Non gli avrebbe dato la giusta importanza, non taggandolo in alcuni post su facebook in cui rendeva partecipi i suoi amici della raggiunta specializzazione all’insegnamento di sostegno. Sarebbe questo il motivo per cui un uomo, nella giornata di ieri, ha minacciato sua moglie di morte e di darle fuoco.
E’ a Orta di Atella, nel Casertano, dove i carabinieri, intervenuti presso la residenza dei coniugi, su richiesta della vittima, hanno tratto in arresto l’uomo che, anche in loro presenza, ha ribadito le sopraccitate minacce.
Presso gli uffici del Comando Stazione di Orta di Atella, la donna ha quindi poi sporto denuncia, aggiungendo che era già vittima da tempo di ingiurie e violenze psicologiche da parte del marito, con cui è sposata da trent’anni.

Un 37enne, con precedenti di polizia, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. L’uomo non si è fermato all’alt degli agenti di polizia, dando vita ad una fuga inutile.

È accaduto a Napoli, nella centralissima zona di corso Garibaldi. L’inseguimento è durato a lungo.
Il fuggitivo ha anche effettuato manovre pericolose, danneggiando così l’auto della polizia. Poi è stato raggiunto e bloccato in via Trinchera.

I poliziotti del commissariato Vasto-Arenaccia hanno accertato come fosse destinatario di un’ordinanza di applicazione della misura di presentazione alla polizia giudiziaria.

Annullata la sentenza di condanna all’ergastolo, emessa l’11 gennaio 2024 dalla Corte di assise di appello di Napoli (V sezione), nei confronti di Davide Francescone, ritenuto coinvolto, tra l’altro, nell’omicidio di una vittima innocente della camorra, Antonio Landieri (a cui oggi è intitolato uno stadio a Scampia).
La decisione è stata presa dalla quinta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, che ha accolto quindi il ricorso dell’avvocato cassazionista Dario Vannetiello e dall’avvocato Luigi Senese.
A Francescone venivano contestati anche cinque tentati omicidi commessi ai danni di Antonio Mangiacapra, Salvatore Engheben, Mauro Magiacapra, Vincenzo Trombetta e Giovanni De Rosa.
Ieri sera, i giudici capitolini hanno annullato per la seconda volta la condanna all’ergastolo ordinando il terzo giudizio di appello.